Cyber-bullismo: una nuova app va in aiuto ai genitori

É nata negli Stati Uniti un’app che avvisa i genitori nel caso in cui il proprio figlio sia oggetto di commenti offensivi sui social network. 

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BullyAllert è un’applicazione del sistema operativo Android che si va ad affiancare ad altre già presenti nel panorama degli Appstore e che aiutano i genitori ad essere informati su cosa succede al proprio figlio. 

Questa applicazione utilizza alcuni sofisticati strumenti informatici che scandagliano un ampio numero di commenti, dividendo i commenti “neutri” da quelli potenzialmente pericolosi. Quando un utente carica infatti un nuovo post, l’applicazione analizza i commenti e segnala il contenuto, che riceve un’alta priorità. 

StopIT è invece un’applicazione destinata a tutti coloro che si ritrovano ad essere testimoni di segnalare alle forze dell’ordine comportamenti inopportuni, tramite lo strumento dello “screen capture”, che permette di salvare immagini, commenti o video potenzialmente pericolosi. 

Sempre per potenziali testimoni è l’applicazione BullyTag, che permette di salvare sul proprio dispositivo situazioni di bullismo e segnalarle alle autorità scolastiche o giudiziarie. 

In questo caso la segnalazione che viene fatta è anonima e sicura.

Una ragazza di 15 anni indiana invece ha ideato ReThink, che individua le parole offensive che vengono scritte in un commento e apre una finestra di dialogo e chiede all’autore di ripensarci e moderare i toni. 

Per conoscere meglio il fenomeno del cyberbullismo esiste l’applicazione KnowBullying, pensata per trasmettere le conoscenze sul tema. Infatti sono presenti informazioni per comprendere i segnali che possono essere lanciati dalle vittime di bullismo. Sono presenti anche alcune strategie che possono aiutare a prevenire il bullismo dai 3 ai 13 anni. 

Il disegno della famiglia

Attraverso il disegno della famiglia il bambino esprime il proprio punto di vista sulle relazioni familiari

Tra i disegni che più spesso vengono utilizzati da psicologi e psicoterapeuti con i bambini vi sono: il disegno della famiglia, il disegno della famiglia di animali, il disegno delle emozioni, il disegno della figura umana, il disegno della casa e il disegno dell’albero.

Il disegno è una forma di comunicazione e il disegno della famiglia può essere uno strumento utile per indagare come il bambino vive le dinamiche interne alla propria famiglia.

Ciò che viene raffigurato non necessariamente corrisponde alla realtà oggettiva ma è come il bambino vede e vive se stesso e le relazioni familiari dal suo punto di vista.

Il disegno della famiglia riflette le rappresentazioni che i bambini hanno di sé e delle proprie relazioni affettive.

Al di là dei contesti clinici, il disegno della famiglia compare spesso anche nelle raffigurazioni spontanee dei bambini, nei lavoretti fatti a scuola o nei disegni suggeriti in ambito domestico.

Se prestiamo attenzione al contenuto del disegno e al bambino mentre lo sta realizzando, potremmo renderci conto di alcuni semplici indicatori che possono essere spunto di riflessione sul mondo interiore del bambino. Alcuni aspetti possono essere ulteriormente approfonditi chiedendo spiegazioni al bambino, nei modi e nei tempi giusti e senza forzarlo o esprimendo giudizi.

L’ordine di raffigurazione, la posizione dei vari componenti, la vicinanza tra di loro e la vicinanza al bambino sono tutti indici di come il bambino vive l’affettività e le relazioni interne alla famiglia.

Le persone raffigurate per prime, in posizione centrale e vicine al bambino in genere sono quelle che vengono maggiormente valorizzate. Al contrario, disegnare qualcuno per ultimo, ometterlo, o collocarlo in disparte potrebbe essere un segno di svalutazione. Nei bambini tendenzialmente i primi a essere raffigurati sono i genitori.

Anche le somiglianze e le proporzioni possono comunicarci informazioni utili per comprendere la visione dei ruoli interni alla famiglia.

Personaggi collocati vicini tra loro o a contatto tra di loro esprimono una buona affettività.

Le emozioni raffigurate possono essere colte dalle espressioni del viso, dall’uso dei colori e dalla ricchezza di dettagli.

Il rifiutarsi di disegnare la propria famiglia potrebbe essere interpretato come un segno di disagio e una difficoltà ad addentrarsi nelle emozioni correlate alle proprie relazioni familiari.

Non bisogna stare attenti solo a ciò che compare nel disegno ma anche a ciò che non compare. Le omissioni, di parti del disegno, di parti del corpo, o di componenti della famiglia sono esse stesse significative. Un bambino che nel disegnare la propria famiglia non inserisce se stesso potrebbe comunicare una scarsa stima in se stesso e un senso di esclusione.

È bene ricordarsi che tutto ciò che viene raffigurato deve essere contestualizzato al contesto di vita e alle esperienze del bambino e deve essere letto alla luce delle spiegazioni da lui fornite, si rischia altrimenti di trarre delle conclusioni e interpretazioni erronee.